di
Mario
Pappagallo

OVOCITI
- Congelare gli ovociti per poi essere “fertili” nel momento
più consono sentimentalmente, psicologicamente ed economicamente.
Quindi non tutte le donne possono
diventare mamme dopo i 50 anni
grazie alla fecondazione medicalmente assistita se non si valutano i
tempi della fertilità e, nel caso, non si mettono da parte gli
ovociti quando per la donna è il momento migliore della sua vita
riproduttiva. «Il messaggio promozionale che si possono avere figli
oltre i 50 anni - dice Annalise Giallonardo, esperta di procreazione
medicalmente assistita - è sbagliato. Al contrario sono fondamentali
la diagnosi e la terapia precoce delle patologie che, se trascurate,
sono in grado di compromettere la futura fertilità, come le
infezioni genitali. La conseguenza è che circa il 50% delle donne
non sa qual è l’età della riproduzione e rimane stupefatta dalla
notizia di essere ‘fuori tempo massimo’, ormai in ritardo
rispetto all’orologio biologico. È generalizzato credere che è
possibile ottenere una gravidanza fino a quando si è in presenza di
un ciclo mestruale regolare. La realtà è differente: la capacità
riproduttiva si esaurisce alcuni anni prima della menopausa. Il
numero massimo di ovociti di una donna si ha mentre la stessa è un
feto nel grembo materno. Dalla nascita in poi si assiste a un
progressivo e inesorabile declino della riserva ovocitaria».
IL
TEST - L’efficacia del test per l’ormone antimulleriano è
ormai scientificamente assodata. Schimberni-Giallonardo l’hanno
anche offerto gratuitamente alle coppie, ben duemila, che hanno
aderito al progetto “Informa la tua fertilità”. Tutte coppie con
necessità di rinviare momentaneamente una gravidanza. Un progetto
nato come iniziativa di prevenzione nel 2011 su idea dei due
ginecologi (Schimberni, docente della Scuola di specializzazione in
Ginecologia e ostetricia de La Sapienza, e Giallonardo) e subito
diventato un prezioso strumento di ricerca, utile a fotografare la
situazione infertilità in Italia. Nei maschi sono state rilevate
infezioni delle vie genitali nel 32% dei casi, varicocele nel 13% e
alterazioni ormonali nel 6% dei soggetti visitati. Nella donna,
invece, sono state evidenziate infezioni nel 33% dei casi. Di che
tipo? Problemi delle tube nel 25%, problemi ormonali e ovulatori nel
18%, endometriosi nell’11% e problemi autoimmuni nell’8%. Tutti
problemi che, se non affrontati in tempo, possono peggiorare nel
tempo e causare sterilità. E che invece, se trattati in tempo,
possono quasi sempre guarire definitivamente.
CAMPAGNA
-
Visti i risultati perché non ripetere la campagna? Così “Informa
la tua fertilità” raddoppia: andrà avanti per tutto il 2013 con
il dosaggio dell’ormone antimulleriano in tutte le donne
partecipanti all’iniziativa. I risultati dei dosaggi misurati nel
2011-2012 sono stati chiari: nel 4,5% delle donne che non
manifestavano alcun sintomo o anomalia della fertilità i livelli di
ormone antimulleriano erano ridotti. Tali da consigliare controlli
periodici più ravvicinati e decisioni, come il congelamento degli
ovociti, se non si vuole in seguito rinunciare ad una gravidanza.
“Informa la tua fertilità” va quindi avanti, con il patrocinio
della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) e la
collaborazione con il centro RomaMed dove si svolgeranno le domeniche
della prevenzione con visite e prelievi gratuiti. E una particolare
attenzione alle donne di età compresa tra 25 e 35 anni. Il prelievo
gratuito può essere prenotato attraverso il
sitowww.informalatuafertilita.it
o
chiamando il numero verde 800.220.601. Restano poche domeniche alla
fine dell’anno, meglio approfittare.
Corriere
della Sera, 7 ottobre 2013
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